Italia – Macedonia 1-1: dove sono i calciatori italiani di talento?
Italia – Macedonia 1 a 1, azzurri con davvero poco gioco, poche idee, poca qualità e molta confusione. Questo è quello che è andato in onda ieri sera allo Stadio Olimpico Grande Torino.
La colpa è di Ventura? Si stanno ancora smaltendo i postumi dello schiaffo preso a Madrid? O sono le assenze ad averci penalizzato?
Non voglio assolutamente entrare nel merito, o fare un’analisi dettagliata del lavoro di Ventura ed il suo staff o tanto meno andare a commentare questa singola gara.
Desidero invece puntare i riflettori su quello che il lavoro di anni ed anni di settore giovanile italiano è stato in grado di “produrre”.
Guardando il movimento italiano e non soltanto i convocati per queste due gare di qualificazione ai mondiali, quello che balza subito agli occhi è la completa assenza di calciatori di assoluta qualità, di calciatori che possiamo definire campioni, di talento.
Insigne e Verratti sono ad oggi il massimo della qualità che il calcio italiano può offrire. Oltretutto entrambi raccontarono come nei provini venivano “scartati” perché ritenuti troppo bassi. Sono arrivati a questi livelli per miracolo!
Questo breve articolo può darci degli spunti interessanti per ragionare insieme su quel che realmente accade nel movimento italiano.
Perché non è accettabile una situazione di questo tipo.
Dove sono i calciatori italiani di talento? Io un’idea me la sono fatta.
Tag: FIGC, giornalismo, Nazionale, Osservatori, selezioni, Serie A, Talento, Ventura
gianbic
Premesso che sono padre di un 2002 nato nell’ultimo trimestre e di un 2007 nato nel primo (che naturalmente è sempre stato considerato più “pronto” rispetto al fratello maggiore quando aveva la sua età), ho notato una certa prevalenza del R.A.E. anche nell’articolo del Guardian che mostra i migliori 60 talenti classe 2000. Allego il link.
https://www.theguardian.com/football/ng-interactive/2017/oct/04/next-generation-2017-60-of-the-best-young-talents-in-world-football
Daniele Lalli
Gianbic buongiorno, bellissima la storia dei tuoi ragazzi.
Grazie per la segnalazione dell’articolo.
Il RAE è un problema enorme dello sport in generale e nel calcio come puoi immaginare è più che presente. Lo troviamo in Europa come in America e cosi via, tranne alcuni casi ancora da studiare bene di “inverse RAE”. Il calcio nella sua accezione sempre più vicina allo sport-spettacolo ha reso professionale anche il movimento giovanile, in tutte le nazioni.
In più come sappiamo bene il RAE è soltanto il sintomo del problema….
La vera differenza la fa l’importanza e la consapevolezza rivolta alla tematiche che stiamo studiando.
In Italia rispetto all’estero siamo indietro anni luce. Anche se i media e gli addetti ai lavori non vogliono di certo che il movimento appaia in questo modo, la realtà è questa!
A breve ci saranno diversi articoli ed interviste che ci porteranno ancor più in profondità, sarà un bellissimo viaggio da fare insieme.
Dobbiamo provare a cambiare le cose!
Buona giornata e complimenti per la passione dimostrata nell’andare a vedere le date di nascita…da questo meccanismo non ne uscirai più ( eh eh)
marco
Penso che la crisi del calcio italiano sia anche un problema di perdita di identità. Probabilmente nei vincenti anni ‘90 ci si è illusi di poter vincere soprattutto grazie agli schemi, dimenticando che quegli schemi vincenti non potevano prescindere dai giocatori, che in molti ruoli chiave erano stranieri. Forse l’illusione è stata accentuata dal fatto che i giocatori italiani erano comunque sempre la maggioranza e di grande talento. Dove avrebbe trovato però Sacchi in Italia centravanti con le caratteristiche di Van Basten, un attaccante globale con la tecnica e la forza fisica di Gullit, un centrocampista come Rijkard. Forse da lì è cominciata una deriva la cui gravità si dimostra negli ultimi otto anni. Forse bisogna tornare un po’ indietro e ripartire dal buon senso e dalla considerazione che gli stili di gioco non sono indipendenti dai giocatori, in nessuno sport. Prima della partita dei mondiali Italia Uruguay Forlan ha detto che l’Italia ha abbandonato la sua tradizione, mentre l’Uruguay era orgoglioso del suo stile di gioco (molto simile a quello italiano) e quindi pensava che avrebbero vinto loro: Uruguay Italia 1-0.
Daniele Lalli
Buongiorno Marco. E’ stato un piacere leggerti.
Intervento intelligente e che da modo di riflettere e aprire altre porte. Ti ringrazio per questo.
A presto
Daniele