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Isco: il mio calcio è un calcio di strada

Zinedine Zidane ad inizio Ottobre, durante una conferenza stampa parlando di Isco dice: ” è un giocatore importante, gioca come si gioca in strada, e, questo mi piace”. Isco anche se ha soltanto 25 anni, è ormai da tempo uno dei calciatori più forti e talentuosi di tutto il panorama calcistico mondiale.

E’ fantastico vederlo giocare, ha un modo così particolare di muoversi, toccare il pallone, di esprimersi e creare calcio. Il calcio di Isco.

Ma andiamo a scoprire i segreti di questo fenomeno, che soltanto qualche mese fa ha fatto venire il mal di mare a tutta la nazionale italiana, di Ventura.

Isco in una sua vecchia intervista, chiarisce ogni dubbio riguardo al suo talento: “Io voglio godere giocando a calcio, sennò per cosa si gioca? Quello che amo è soltanto avere la palla, l’ho sempre voluta. Da ragazzo per le strade di Las Flores, i vicini mi conoscevano perché andavo ovunque con la palla. Io sono cresciuto là in strada! Sono cresciuto giocando a calcio con mio fratello ed i suoi amici tutti più grandi di me. Principalmente, questa è stata la mia scuola!”

Facciamo subito una breve riflessione, non facciamo passare inosservate le cose. Isco dice che oggi come da bambino la cosa che ama di più è tenere la palla tra i suoi piedi, riiflettiamo un secondo e domandiamoci: per quanto tempo in media in Italia un bambino tiene la palla tra i suoi piedi? e poi pensiamo a cosa succede giornalmente nelle “Scuole” calcio dove le esercitazioni (raramente giochi) non prendono mai in considerazione il gioco libero ed il bisogno primario del bambino giocatore: l’Egocentrismo.

Continuiamo a leggere le parole del calciatore spagnolo: “Il mio calcio è così, un pò di strada ecco…mi piace fare cose nuove, senza forzare, ma provare si!! Il mio calcio senza una palla, passa inosservato…in fondo bisogna essere coraggiosi, e credo che io lo sono, perché non ho paura di rischiare. Chiedo sempre la palla”.

Quest’ultime parole sono importantissime. Isco spiega benissimo come il calcio di strada sia la chiave del talento ma prima ancora della formazione. E quanto sia importante, la non schematicità delle cose, delle attività, del gioco!

Prima di lasciarci però facciamo un brevissimo ragionamento insieme: viviamo in un periodo storico in cui i bambini ed i ragazzi, sono inseriti fin da piccolissimi nel sistema scolastico, che come abbiamo visto, è un ambiente tutt’altro che stimolante per i nostri giovani, che passivamente vengono trattati come contenitori da riempire (Attenzione!! le stesse modalità si trovano nelle “scuole” calcio). Finita la scuola tutti sono occupati con i compiti post-scuola e di norma troviamo i più piccoli  impegnati con le più disparate attività extrascolastiche, il più delle volte non scelte dai protagonisti, ma dalle famiglie,  ed i più grandicelli se non hanno impegni imposti dall’esterno, si vedono con qualche amico per giocare alla playstation o con la fidanzatina (chi ce l’ha).

Ma se facciamo uno zoom sulle attività extrascolastiche, spostandoci su quelle sportive, in particolare sul calcio, sappiamo bene che di gioco, come lo intendiamo noi, ovvero, in mano ai giovani, che guidano, decidono, organizzano, sbagliano, si divertono, apprendono, creano, disfano, rielaborano, strutturano….in poche parole GIOCANO, neanche l’ombra.

In fin dei conti ci troviamo con bambini che non giocano più, ed i pochi fortunati che ancora ci riescono lo fanno per poche ore la settimana.

E le “scuole” calcio, si ostinano ad insegnare. Insegnare che cosa? il calcio?….Ah quindi il calcio si INSEGNA?…

Buona riflessione a tutti.

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