Gabriel Jesus: Talento e gioco libero
Gabriel Jesus classe 1997 a soli 20 anni è già uno dei pupilli di Pep Guardiola al Manchester City e punto di riferimento per la sua nazionale, il Brasile. Nessuno gli ha insegnato il calcio, non ha passato ore dietro un cinesino od un birillo a ripetere mosse e finte imposte da un allenatore, non ha frequentato strutture lussuose o calcato campi in erba sintetica di ultima generazione.
E’ cresciuto con il calcio ed attraverso il calcio, ha appreso il gioco da solo divenendo lo splendido calciatore che noi tutti ammiriamo.
Prendendo spunto da un documentario a lui dedicato, andiamo ad evidenziare un passaggio fondamentale che ci permette di capire bene la sua storia ed anche il segreto dei grandi calciatori: la pratica deliberata, il gioco libero, lontano da direttive ed “allenatori” egocentrici.
Gioia – Creatività- Fantasia. Le parole chiave.
“Sono cresciuto giocando a calcio. Ho iniziato a 5 anni in mezzo ad una strada, da quel momento mi sono innamorato di questo gioco….Campi di argilla e squadre amatoriali è un altro tipo di calcio….”
G. Jesus
Robinho vecchia conoscenza del calcio italiano aggiunge:
“Giocare a calcio per strada è difficile! ma allo stesso tempo ti permette di migliorare molto perché ci sono molte buche e la palla rimbalza in modo strano cosi vieni continuamente sfidato ad improvvisare ci sono molte giocate che Gabriel ed io ancora facciamo e questo non è qualcosa che noi abbiamo esercitato o allenato, ma succede al momento e noi improvvisiamo….il calcio di strada permette di fare giocate inaspettate all’improvviso”.
I bambini vogliono giocare, giocare e giocare. Inventando, creando, intrepretando il gioco, il contesto, le regole….
Che l’adulto si ritagli il ruolo di facilitatore, perché non c’è posto per quello di primo Attore!
Tag: Bambini, Brasile, Gabriel Jesus, Gioco libero, Oratori, Strada, Talento
FC68
Due pomeriggi fa sono andato a vedere l’allenamento di mio figlio. Ultima mezz’ora partitella. Una noia mortale. Passaggi fissi da destra a sinistra, viceversa, sempre la fascia attaccata, max due tocchi. Sui falli laterali sempre gli stessi schemi. I portieri possono solo passare corto e di lato. Sono dei 2007. Poi per magia il mister dice: ultimi dieci minuti gioco libero. Ho sorriso perché pensavo all’articolo letto sul sito. Però poi ho sgranato gli occhi: credetemi, uno spettacolo puro. Lasciati liberi sono stati fenomenali. Portieri che lanciavano a centrocampo, stop al volo, colpi di tacco, palleggi di testa consecutivi senza sentire il famoso ‘palla a terra!’ ormai noto. I ragazzi correvano il triplo ed erano strafelici. Ovviamente non si sa quanti tiri in porta e parate bellissime di questi portierini che con il gioco imposto riescono a malapena a fare una mezza parata.
Che dire. È vero che devono imparare tanto ma a dieci anni devono soprattutto essere liberi. Concordo con il tuo articolo. Ah. Dimenticavo. Mio figlio è di gennaio. Ovvio, no? E a tale proposito sono andato su wikipedia e ho visto il mese di nascita dei medagliati italiani alle ultime olimpiadi. Partendo dal mese di gennaio ecco i numeri per mese: 2 5 4 2 9 5 e da luglio 5 6 3 5 3 8. Si, otto atleti di dicembre. E da notare più atleti del secondo semestre e soprattutto il primo trimestre con meno atleti in assoluto rispetto agli altri. E c’erano molti atleti della pallavolo e pallanuoto, ovvero giochi dove la fisicità è molto importante.
C’è tanto da riflettere. Alla prossima.
Daniele Lalli
Ciao FC68. Mentre leggevo mi sono davvero immaginato tutto quello che hai scritto, come se fossi stato li anche io.
Pensa che tutti quei ragazzi, tra cui tuo figlio, si sono “allenati” o meglio hanno praticato il GIOCO del calcio, per soltanto una decina di minuti…
Tutto il resto del tempo sono stati sotto direttive, telecomandati, obbligati a fare qualcosa che gli veniva detto dall’esterno, e che non andava a favore dei ragazzi ma soltanto degli occhi “dell’ allenatore” che sarà andato via molto soddisfatto per aver rivisto un po’ di guardiola in quei fraseggi ed impostazioni dal basso…..ahimè.
I ragazzi hanno bisogno di creare calcio, di inventare calcio, di apprendere il calcio da soli! ognuno con le proprie caratteristiche ed è stato per te un esempio lampante, la differenza tra il gioco libero ed il gioco telecomandato da un adulto.
I bambini sanno giocare, sono i re del gioco! sono gli adulti che non lo sanno più fare, ma nonostante ciò pensano di poterlo addirittura insegnare….
Complimenti per essere andato alla ricerca delle distorsioni anche in altri sport.
C’è tantissimo da riflettere.
A presto