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Pietro Pellegri: Talento?

Triplice fischio di Orsato ed il telecronista della partita su Sky sport, Andrea Marinozzi esclama: “Oggi abbiamo visto un Talento” riferendosi a Pietro Pellegri, attaccante del Genoa classe 2001, primo “millennials” a fare doppietta in Serie A.

Domani radio, TV e giornali celebreranno questo ragazzo di buone speranze ed assisteremo nuovamente alla periodica  esaltazione di un giovane italiano dopo una buona prestazione, dove i paragoni esagerati si sprecheranno.

Mi correggo subito, non si è nemmeno dovuto aspettare Lunedi, Marchegiani a sky calcio club, lo ha immediatamente paragonato a Christian Vieri.

16 anni, 1,90 m e naturalmente dei primi mesi dell’anno, esattamente di Marzo. Il suo allenatore Ivan Juric dice di lui: “Ha una grande potenza nello scatto, nella corsa” (Non un caso, essendo questo parametro fortemente discriminante tra pari età, in piena fase di maturazione).

Dotato indiscutibilmente di strapotere fisico che gli ha permesso già all’età di 15 anni di dare filo da torcere alle difese di serie A e con un approccio psicologico e mentale alle gare, da giocatore vissuto, consapevole dei propri mezzi (classica caratteristica, di chi in ogni categoria è stato da sempre considerato un campione); questo ragazzo rispecchia il perfetto identikit del prodotto del settore giovanile italiano.

Calciatore potente e  fisicamente dotato ma di discrete capacità tecniche.

Non stiamo di certo qui a fare il tifo contro Pietro Pellegri, anzi tutt’altro, gli auguriamo il meglio, ma sorge spontaneo un sospetto, ovvero che, il rischio di definire “talento” un ragazzo che viene anzi tempo prelevato dal settore giovanile per entrare nel calcio dei grandi, proprio perché tutti i suoi evidenti vantaggi psico-fisici dovuti: all’esser nato nei primi mesi dell’anno ed al godere di un’avanzata tappa di maturazione, glielo hanno permesso, potrebbero trarci in inganno.

Quindi piedi ben piantati al suolo e niente giudizi affrettati.

Dobbiamo sforzarci di non essere affamati di giocatori forti e di talento a tutti i costi, sennò rischiamo di confondere la realtà e vedere l’oro anche quando potrebbe non esserci.

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