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Se oggi è buio domani lo sarà ancora di più

Triplice fischio dell’arbitro Lahoz, e tutto diventa realtà, le lacrime di Gigi Buffon si presentano davanti ai nostri occhi rendendoci immediatamente tutti vulnerabili, tutti con una sensazione di fallimento addosso, tutti inevitabilmente sconfitti. Il calcio italiano si spegne come in un Blackout improvviso di una grande città affollata e viva. Si cercano colpevoli e si punta il dito a destra e sinistra in preda ad una spasmodica ricerca di un colpevole da mandare in piazza nelle mani della gente, del popolo. 

Oggi ci svegliamo perdenti tutti, dal primo all’ultimo, perché essere italiani, non significa soltanto abbracciarsi ed urlare a squarciagola: “alza la coppa capitano” “popoporopoppopopopooroopopo”, quando le cose vanno bene, essere italiani significa sentirsi questo senso di incompletezza e tenerselo, perché ieri a fallire è stata un’intera nazione, un intero movimento.

Il movimento, maledetto movimento calcistico italiano, che sostiene di amare la sua donna ma non se ne prende cura, dice di trattarla bene ma poi gli gira le spalle e le fa le cose di nascosto. Maledetto movimento.

FALLIMENTO, provando a scandire le sillabe il suono rende tutto ancor più pesante tanto quanto il pensare a quel che sarà.

Loro, “””i Professionisti””” del mestiere , gli addetti ai lavori, oggi hanno il mal di stomaco, non per i sensi di colpa ma per paura che qualche poltrona salti all’improvviso e la pacchia finisca.

Oggi servono menti giovani fresche e lucide, sennò cosa pensate accadrà da ora in avanti? L’arrivo di nuovi campioni alla ribalta, ricambi generazionali vincenti e rinascita del calcio italiano? SVEGLIAAAA non siamo in Belgio o Germania….siamo in ITALIA.

L’ITALIA: il paese in cui si ambisce a grandi rivoluzioni facendo sempre le stesse cose, gli stessi errori.

Se la nazionale uscente presentava alcune personalità di spicco, gli ultimi campioni italiani, le prossime saranno condite da giovani di dubbia qualità che fanno fatica ad arrivare ai vertici delle squadre di club del nostro paese e che dall’estero(che conta) non vengono nemmeno presi in considerazione e  questo deve farci riflettere molto.

Sono convinto che la risposta che il movimento giovanile darà, sarà rendere le selezioni ancora più dure, le Under di club e nazionali ancora più competitive, insomma rendere il movimento giovanile ancor più simile al calcio dei grandi, deragliando ancor di più dai reali bisogni dei ragazzi e del movimento stesso.

Competenza dove sei?

Prossima fermata l’abisso.

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Commento

  • Eh, cosi’ va lo Sport, ed e’ il suo lato bello: la Tradizione non scende in campo, a meno che con questo termine non si intenda il patrimonio di conoscenze e di esperienza che ti viene in aiuto quando il gioco si fa difficile, magari anche aiutandoti a cambiare se qualcosa non va.
    Tradizione non vuol certo dire: “Non possiamo fallire il Mondiale, siamo l’Italia!”. Simili frasi, magari, le dicevano anche l’Austria, l’Ungheria, la Cecoslovacchia, l’Uruguay…
    Tutte squadre che evidentemente, ai loro tempi, non sono state capaci di innovare, di stare dietro ai tempi che cambiavano ( a parziale attenuante ci puo’ essere solo la demografia).
    Abbiamo perso tutti? Beh, non esageriamo, noi siamo solo appassionati. Anche se, quando incontro un tifoso che si lamenta degli impegni della Nazionale perche’ spezzetta il Campionato oppure affatica i suoi beniamini della squadra di club, beh, capisco che qualche responsabilita’ ce l’ha pure lui.

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