Campionato Primavera: una riforma che allontana il talento dal calcio italiano?

Dopo il restyling a cui è stato sottoposto il campionato Primavera, lo scorso weekend si è tornati al calcio giocato; mentre scrivo è in corso la seconda giornata del nuovo torneo a girone unico. Ma questo articolo non ha lo scopo di commentare le partite, esaltare le giocate o segnalare qualche giovane speranza, bensì di capire se questa riforma sia o meno cosa buona.
Quest’estate si è potuto leggere tanto a riguardo e oggi l’aria che si respira tra gli addetti ai lavori è molto positiva. Creare una campionato ancor più competitivo, dove i ragazzi possano assaggiare il meccanismo delle promozioni e retrocessioni avvicinandosi a ciò che di li in avanti potrebbe essere il loro pane quotidiano una volta atterrati nelle leghe maggiori, non sarebbe di per sé un male, se solo non fosse che a formare le squadre ed a metterle in campo siano chiamati i club italiani.
Il che ci obbliga a tirare il freno e a non far passare in sordina la notizia di questa riforma.
Come di consueto il movimento si è ancora una volta dimenticato una cosa fondamentale: qual è l’obiettivo del settore giovanile? La formazione! Ed il campionato Primavera ne è ancora una tappa; averlo strutturato così l’ha reso un vero e proprio obiettivo per le società. E’ quindi alto, a mio avviso, il rischio di costruire squadre competitive che puntino esclusivamente a mantenere o guadagnare la categoria.
Siamo quindi convinti che con questa riforma le società italiane permettano a giovani acerbi, ma di grandi speranze, di poter crescere e maturare sotto tutti i profili? Non c’è il rischio che, così com’è strutturato, il campionato diventi soltanto un facsimile delle serie maggiori?
Un campionato dove le società, tese verso un obiettivo da realizzare qui ed ora, invece che lavorare per far sbocciare calciatori di livello, costruiscono rose costituite da ragazzi che diano garanzie immediate, sfruttandone vantaggi psico-fisici dovuti ai differenti gradi di maturazione.
Siamo sicuri che questa modalità non si ripercuota inevitabilmente, in negativo, su tutte le altre squadre giovanili costruite anch’esse per essere un rifornimento alla primavera?
Arriviamo al punto: siamo sicuri che questa riforma sia un bene per i ragazzi? O c’è il sospetto che faccia più bene agli allenatori, alle società e alla FIGC?
Improntata su chi intende essere competitivo, forte e vincente, ora.
Perché nessuna società ha voglia di perdere….
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