Il calcio italiano parte sempre con il piede sbagliato: selezioni incomprensibili e bambini esclusi

La FIGC, rifacendosi a quanto esplicitato nella carta dei diritti dei ragazzi allo sport dell’O.N.U., adotta un decalogo che vuol mettere al centro del progetto educativo i ragazzi, in particolar modo quando si parla di attività di base.
Ad essere sottolineati sono concetti come: il calcio è un gioco per tutti, i bambini devono misurarsi con giovani che abbiano le stesse possibilità di successo, proibizione di selezioni e provini fino al compimento del dodicesimo anno di età.
Ad essere dipinto è quindi un ambiente sano, privo di premature selezioni, dove si privilegia il divertimento, la semplicità, l’amicizia, la gioia del movimento e dove tutti potranno giocare, aldilà delle capacità tecniche di ognuno. Pena? L’esclusione dalla tipologia “scuola calcio”, il tutto grazie a“ferrei” controlli a campione per mano della stessa federazione, volti ad accertare il rispetto delle normative.
Come sempre cerchiamo di andare oltre la facciata, di uscir dalla logica per cui è tutto rose e fiori.
Credo però che sia necessario porci delle domande e non farci abbindolare dalle bellissime parole usate.
Siamo sicuri che le società italiane rispettino quanto detto nel regolamento?
Siamo disposti a credere che le squadre di club, soprattutto quelle di serie A e B, rispettino davvero i bisogni e le necessità dei bambini?
Ed, infine, cosa pensereste se tutte le società italiane attuassero selezioni precoci volte a setacciare “presunti talenti” andando così a partire sempre con il piede sbagliato oltre che a non rispettare le regole?
Entriamo nel merito e partiamo subito da un esempio pratico: l’ A.S. Roma e il suo test d’ammissione alla scuola calcio, dove è ben specificato come l’ammissione sia subordinata al superamento di un test d’ingresso (nemmeno fossimo all’Università) e dove i responsabili condurranno le selezioni tecniche, mentre i tutor valuteranno i valori scolastici.
Ma non sono vietate le selezioni dei bambini?
Attenzione! Quello della Roma è solo un esempio che rende l’idea, ed, anzi, va sottolineata la trasparenza della società, ma il discorso vale anche per tutte le altre squadre professionistiche italiane: c’è chi lo pubblica sul sito web e chi invece lo fa e basta. Sono i dati a parlare.
Andiamo ad analizzare le rose dell’attività di base : 2005- 2006- 2007- 2008- 2009- 2010 (Piccoli amici, Pulcini, Esordienti) delle società di serie A e B nella stagione appena trascorsa (2016/2017); (inserendo due grafici, il primo dove i mesi per trimestre sono raggruppati in quartili ed il secondo dove è presente ogni singolo mese).
Ora analizziamo sempre con lo stesso procedimento, anche le annate 2003 – 2004 ( giovanissimi, esordienti ) delle squadre di serie A e B nella stagione appena trascorsa (2016/2017).
Dati drammatici e gravissimi, quelli appena esposti, fermiamoci a guardare i numeri e riflettiamoci un attimo. E’ evidente la forte distorsione nelle date di nascita dei ragazzi, totalmente a favore dei nati nei primi mesi, se confrontate con le coorti anagrafiche dove indiscutibilmente c’è un forte equilibrio tra il numero di nati per singolo mese.
Stiamo parlando delle primissime tappe dello sviluppo e le società italiane cosa fanno? Svolgono, senza nessun rispetto del divieto, ridicole selezioni volte a setacciare precocemente “il talento”, andando ad escludere bambini già all’età di sei anni, convinti che, attraverso queste inconcepibili modalità, vengano scelti i più forti. Ma non è così: selezionano sempre e solo i più pronti in quel momento, quelli che sembrano i più forti, quelli che partono con dei vantaggi.
I nati prima.
Parola chiave: Relative Age Effect.
Grafici tratti dalla mia tesi di laurea: “La crisi del calcio giovanile in Italia: Effetto età relativa ed altre cause”
Tag: Attività di base, Bambini, discriminazione, Effettoetàrelativa, FIGC, Giovanili, RAE, RelativeAgeEffect, selezioni
matte
Ma ve ne accorgete solo adesso? E melle società non professionistiche non accade? Non accade anche nelle società satellite delle professionistiche che con la scusa della dicitura ” academy” attraggano bambini e genitori facendo pagare loro fior fo iscrizioni, con la pseudo promessa che nel giro di un anno o due il loro campione potrà passare dalla academy alla squadra effettiva del settore giovanile di quella società? Ma esattamente dove vivete?? Ah già dimenticavo un’altra categoria…quella di alcune( non tutte x fortuna) società dilettantistiche dove ad inizio anno i bambini sono tutti uguali, peccato che durante l anno ci saranno bambini convocati sempre e bambini che fanno numero. Si numero di tesseramenti. Sapete qual ‘é il vero problema? Controlli pari a Zero.
Daniele Lalli
Ciao Matte, grazie del tuo commento. So bene che le sciagurate modalità di selezione sopra descritte accadono o per meglio dire partono proprio, dalle società dilettantistiche, e sto lavorando per produrre dati anche in queste categorie. Le testimonianze come le tue sono pane quotidiano per il mio lavoro, e la questione legata ai soldi richiesti e alle false promesse sono ancora un’ulteriore capitolo ed avremo tempo per parlarne in maniera accurata. Però proprio perché non me ne accorgo solo adesso, e non voglio di certo continuare a riempire le orecchie e gli occhi delle persone con favole ben narrate ( per quello ci sono già tanti programmi tv e giornali che ci pensano), Si deve parlare di fatti, numeri e dati concreti. E quindi di uno studio accurato, sennò si rischia di parlare sempre per luoghi comuni, tipico stile italiano, e non è affatto quello che voglio. Come ti sarai accorto stiamo parlando di una tematica sconosciuta ai più qui in Italia (se tu ne sei a conoscenza, mi fa realmente piacere e puoi contattarmi in privato per parlare di come hai avuto modo di avvicinarti alla tematica, sono sempre attento e pronto ad ascoltare) ma colonna portante del lavoro fuori dai confini italiani. Il Relative Age Effect. L’obiettivo è rendere noti i fatti di cui non si parla e che gli addetti ai lavori si guardano bene dal rendere noti.
Monica
Buongiorno , ho letto con interesse quanto scritto perché mio figlio di 10 anni , dopo 2 anni nella stessa società è stato “scartato” senza una motivazione corretta!.. o meglio quando sono andata a chiedere spiegazioni mi è stato risposto che il problema ero solo io che non ero simpatica ad alcuni genitori .. mi chiedo quale risvoltò educativo ci sia per il bambino?. Mi chiedo come si possa ferire un bimbo di 10 anni che vuole solo giocare con i suoi compagni.. e non posso fare nulla per risolvere le cose e non farlo più soffrire!
Daniele Lalli
Ciao Monica, ho letto la storia di tuo figlio, traspare sofferenza e frustrazione. Sei stata bravissima a toccare un tasto fondamentale: il risvolto educativo. La direzione presa da tutti in Italia, nel calcio giovanile, risiede nell’etichettare i bambini come talentuosi o meno ed in seconda battuta costruire squadre per vincere, senza differenza di categoria, modalità arcaiche non al passo con i tempi e lontane, anzi, lontanissime dai risultati delle ricerche scientifiche.
Ambiente sano, gioioso e sereno, dove i ragazzi sono liberi di divertirsi, sognare, giocare, crescere senza partecipare al calcio degli “adulti in miniatura” così lontano dalla loro realtà e dalle loro reali e poco conosciute necessità. Questo è quello che serve
Se posso chiederti, in che regione abitate?
Un abbraccio
Dario
Buongiorno anche con mio figlio riscontro questa ( come la chiamo io ) discriminazione, vorrei solo sapere se possibile questo ; ma facendo un ricorso la FGCI può intervenire nel togliere eventuali permessi o no . Grazie e saluti
Daniele Lalli
Ciao Dario, dalle tue parole si evince tutta la frustrazione. Quello che posso dirti è che ad oggi è una situazione delicata quella delle selezioni dei ragazzi, in realtà le squadre non possono svolgere selezione fino ai 12 anni, questo è importante che tu lo faccia presente sia al club che alla federazione.
Tammaro pragliola
C’è differenza fisica e motoria in ragazzi nati nello stesso anno.mi spiego chi è nato ad inizio anno sicuramente è avvantaggiato rispetto ad un suo coetaneo nato verso fine anno questo succede fino ai 17/18 anno. le squadre giovanili professionistiche con i loro osservatori sono cose che guardano ed è una cosa sbagliata in quanto le selezioni andrebbero fatte diciamo intorno ai 15/16 anni
Daniele Lalli
Buongiorno. Hai centrato il punto! Aggiungerei: c’è differenza fisica ma anche cognitiva, per non parlare dei vantaggi sociali. a presto.
Valentina
Vorrei trovarla una società allegra, gioiosa e serena dove i bambini si divertono. Purtroppo siamo capitati in una scuola calcio dove fino dagli esordi c’erano due squadre, i bravi e i Scarsi, e dove venivano convocati sempre i soliti. Per un anno a mio figlio entusiasta ma un po’ perplesso ho predicato di avere pazienza. Risultato ieri ci hanno comunicato che per l’anno prossimo non è confermato No rientra nel loro profilo tecnico e non lo convocherebbero mai. Età 8 anni (2011), società di Torino.
Daniele Lalli
Ciao Valentina, ho letto la tua storia o meglio quella di tuo figlio.
Io sto cercando di cambiare le cose all’interno del sistema e ti assicuro che ce la sto mettendo tutta. Ad oggi sto scrivendo un libro a riguardo che sono certo darà del filo da torcere a queste dinamiche. Per quanto concerne la storia di tuo figlio io ti ricordo che puoi e devi far presente questo in sede federale senza paura o timori. Fino ai 12 anni di età sono proibite le selezioni, sotto ogni tipo di forma! Ovviamente ti suggerisco di cercare un ambiente il più semplice possibile e che si avvicini il più possibile ai bisogni dei ragazzi ovvero quello di giocare e stare con gli altri. So però anche che è difficile trovare queste realtà! Parlare con gli addetti ai lavori di una nuova società sportiva facendosi vedere informati è però a mio parere un consiglio che posso darti. Dai un abbraccio al tuo ragazzo e continua a farlo sognare correndo dietro ad un pallone, la sua passione è l’unica cosa che conta. A presto. Daniele
Marco
Buongiorno Daniele, anche mio figlio dopo 2 anni di attività nella stessa squadra è stato escluso per la prossima stagione. Come ci di dovrebbe comportare? Fermo restando il buon senso.
Grazie
Daniele Lalli
Buongiorno Marco,
Innanzi tutto ti ringrazio per aver scritto. Come ho espresso a più riprese in Italia, sulla carta, è vietato fare selezioni fino al dodicesimo anno di età. Ovviamente ciò è messo nero su bianco nei regolamenti ma in questo caso non corrisponde a quello che viene messo in pratica dai club italiani. Ora non conosco la vostra storia, ma ciò che mi preme dirti come prima cosa, è che società che al loro interno ragionano in questo modo è meglio perderle che trovarle. Se tuo figlio fosse sotto l’età media consentita per le selezioni tu puoi muoverti in diverse direzioni contattando la sezione federale della tua regione o parlando direttamente con il club, pertanto credo che porsi il quesito se sia o meno utile per te e tuo figlio fare questo per rimanere all’interno di una società che tratta in questo modo i bambini debba essere il primo passo del ragionamento. Mio consiglio spassionato, da amico, è quello di abbandonare in ogni caso questa società facendogli però notare quello che stanno facendo e cercare un ambiente in cui il tuo ragazzo possa giocare, divertirsi, crescere e costruire anche nuove amicizie in un ambiente che quanto meno provi a mettere il bambino al centro del progetto. Non badare alla categoria o blasone del club potrebbe essere il primo passo per liberarsi da questo infernale circolo vizioso. Altro aspetto importante che consigliavo anche a Valentina pochi giorni fa è quello di farsi vedere informati sulle dinamiche e i problemi del movimento giovanile italiano. Spero di esserti stato utile. Rimango a disposizione, ti avverto anche che sto scrivendo un libro su tutte queste dinamiche che proprio per tornare al concetto chiave dell’essere informati, io ritengo possa essere utile. Un abbraccio a te e al tuo ragazzo in piena fase di innamoramento di questo gioco!
Marco
Buongiorno Daniele,
Ho letto con molto interesse le segnalaziomi dei genitori e le tue belle risposte.
Sono anch’io il papà di un bimbo escluso dalla propria squadra dopo 2 anni di gioco, un bambino di 10 anni. Lui, come altri 4 o 5, é stato proprio sostituito da coetanei più performanti, a detta loro, e sempre loro essendo andato di persona a parlarci mi hanno detto che hanno il diritto di farlo e che lo fanno tutti. Ok per “lo fanno tutti”, ma vedo che anche nelle tue risposte si evince che queste cose sono vietate.
Fermo restando che non lascerei mai mio figlio in una società come questa, che cosa mi consigli di fare? La FIGC prende nota delle segnalazioni o è come sperare nella fatina dei dentini? Scusa la schiettezza.
Grazie
Daniele Lalli
Ciao Marco,
Come prima cosa non posso che essere dispiaciuto per l’accaduto. Purtroppo come hai potuto vivere in prima persona questa è la realtà del calcio giovanile italiano. Il mio impegno è quello di dare una forte scossa alla cultura che vige nel sistema, sto già facendo molto, ma non basta! Per quanto concerne la tua domanda, io ti consiglio di far presente quanto accaduto alla federazione, poi che loro possano fare “spallucce” è da mettere in conto, sopratutto perché nessuno in ambito federale monitora concretamente su queste dinamiche. Figurati che tutti i club professionistici lavorano in questo modo, pertanto a cascata puoi immaginare. La cosa che più in assoluto ti consiglio di fare è di armarti di pazienza e buona volontà (magari insieme anche ai genitori degli altri ragazzi ” meno performanti” – che tristezza leggere etichette di questo genere, che altro non sono che una dimostrazione dell’ignoranza e l’incompetenza che vige nel movimento-) e andare a parlare con altre società senza badare alla categoria o alle ambizioni, ma a quanto la società sia improntata sul gioco e sul divertimento dei ragazzi. Rimango come sempre a disposizione. Sono certo che il mio libro (in fase di lavorazione) ti potrà interessare, L’unica cosa che conta davvero è che il tuo ragazzo si diverta, a lui basterebbe un campo un pallone e dei compagni con cui giocare fino al calar del sole, l’ego di noi adulti ha però in serbo altro… Ti mando un abbraccio a presto.
Marco
Ciao Daniele, grazie mille, di certo come già scritto non mi interessa lasciare il bambino in una società del genere.
Cerca di pubblicarlo al più presto e riempilo di consigli, io con la società ho parlato e non sono stato leggero ma non si sa mai quanto abbiano ragione o torto, legalmente intendo, poi che abbiano torto a livello metodologico non ci sono dubbi.
Grazie ancora.
Valentina
Grazie Daniele per la tua risposta. Quando ti ho scritto ero proprio spaesata e trovare questo spazio di informazione mi ha aperto gli occhi. Credo che seguirò il tuo consiglio, andando in federazione a segnalare l’accaduto. Grazie ancora e a presto.
Dimi
Selezioni……..nella maggior parte dei casi ( settore giovanile di una squadra del sud con magliette granata) sono seleraccomandazioni ……uno spettacolo pietoso dove si assiste a genitori che per il lavoro che fanno ( talvolta interno alla figc) dettano legge ……una vergogna nello stile italiano
Lisy
Buongiorno Daniele
Leggo il tuo articolo e mi trovo anche io nella situazione descritta da molti genitori: bambino del 2013 che da due anni giocava in una società classificata come scuola calcio lasciato a casa per cedere il posto a bambini più performanti. Abbiamo già trovato una squadra pronta ad accogliere nostro figlio, con una mentalità inclusiva e decisamente coerente con regolamento fgci, vorrei chiederti però a cosa può andare incontro la società che ha fatto selezione di bambini sotto i 12 anni, in seguito a eventuale verifica da parte della fgci. Grazie per l’attenzione, un saluto